Cos’è la Citizen Science
Di cosa si tratta?
La Citizen Science (CS), termine relativamente recente ma che ricalca un concetto antico, è la scienza che si realizza con il contributo del cittadino.
La CS, nel modo in cui la conosciamo adesso, si è affermata a partire dagli anni 2000, grazie ad una serie di aspetti, quali lo sviluppo della tecnologia, l’uso diffuso della rete, dei social media e dei dispositivi mobili che semplificano sia il processo di raccolta che di condivisione dei dati.
In generale con il termine si fa riferimento al processo di produzione della conoscenza scientifica in cui attori non scientifici o non professionali — siano essi individui o gruppi — partecipano attivamente e intenzionalmente. La CS può essere definita come “il coinvolgimento del pubblico non accademico nel processo di ricerca scientifica”.
Tuttavia, per definire CS un’attività svolta in collaborazione con i cittadini devono esserci alcuni presupposti, quali la base volontaria della partecipazione, un progetto scientifico definito, la raccolta e l’accuratezza dei dati.
Cosa fa il Di.S.S.P.A.
Il Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti (Di.S.S.P.A.) dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro invita i cittadini interessati ad apportare il proprio contributo alla ricerca scientifica attraverso azioni di partecipazione attiva, seppur decentralizzata, miranti alla valorizzazione di risorse genetiche autoctone regionali.
In particolare, si propone di coinvolgere i partecipanti nella messa a punto di un esperimento condiviso, che prevede la coltivazione di antiche varietà orticole pugliesi e la rilevazione di dati morfologici per la caratterizzazione e l’adattamento delle piante coltivate.
Il principale fine dell’attività è di promuovere e divulgare la conoscenza delle risorse genetiche vegetali locali e di stimolarne il loro consumo.
Conoscere, coltivare e consumare varietà locali significa rinsaldare i legami con le proprie origini e riappropriarsi del senso di appartenenza ad una comunità.
In particolare, il Di.S.S.P.A., nell’ambito dei progetti di ricerca “Biodiversità delle Specie Orticole pugliesi da frutto” (BiodiverSO Karpos) e “Biodiversità delle Specie Orticole pugliesi non da frutto” (BiodiverSO Veg) mette a disposizione dei partecipanti semi di varietà locali di specie orticole che, fino ad alcuni decenni fa, erano molto coltivate in Puglia.
Le varietà locali sono popolazioni che non sono state oggetto di programmi organizzati di miglioramento genetico. Un elemento che le contraddistingue è l’essere caratterizzate da un adattamento specifico alle condizioni ambientali e di coltivazione di un determinato areale. Al territorio d’origine si legano in modo stretto anche gli usi, le conoscenze, le abitudini e i dialetti, che qualificano la sua comunità. Una comunità che nel tempo ha sviluppato quella varietà locale e che è anche responsabile della sua continua evoluzione.
Una varietà locale, per convenzione, si definisce tale se si presume che la sua coltivazione avvenga sullo stesso territorio da almeno 50 anni, affinché possa fissare le sue caratteristiche peculiari correlate all’ambiente di coltivazione e ai cicli di coltivazione, a loro volta influenzati dalle tradizioni, dalle festività religiose e dal folclore della comunità che vive in quel territorio.
Per approfondire
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