Dopo aver dedicato all’oro rosso di Masseria Carriero un articolo e dei post sulle pagine Facebook e Instagram dei Progetti, torniamo a parlare di zafferano (Crocus sativus L.) perché stiamo scoprendo che sono tanti in Puglia, e in particolare in Valle d’Itria, a coltivarlo e ad apprezzarlo.

Intorno a Masseria Carriero, una giovane coppia, Carlotta e Philip, titolari dell’Azienda Agricola “I Giulivi”, produce zafferano assieme a mandorle, olio, liquori artigianali e tanto altro, distribuendo principalmente a Milano e in Valle d’Itria.

Un’altra storia che vi presentiamo è quella dell’avvocato Luigi Chiarelli di Martina Franca (TA). Grande appassionato dell’orto, avevamo già avuto modo di incontrarlo sette anni fa e di parlare della passione per il suo “orto del paradiso”. Questa volta lasciamo che sia direttamente Luigi a raccontare la sua esperienza con lo zafferano. 

Tutto è nato per caso. Il figlio di un mio vicino ed un suo amico, agronomo, ritirarono dall'Olanda dei crochi per provare a coltivarli qui a Martina. Gliene avanzarono una quarantina e me li regalarono. Realizzai un primo piccolo tumulo. Loro l'anno dopo desistettero dal progetto perché richiedeva troppo lavoro. Io ho insistito e da un tumulo, in 5-6 anni, sono arrivato a sette. Quest'anno ho prodotto una quarantina di grammi, a dire di tutti di eccellente qualità. L'unica spesa sostenuta: un essiccatore. Le attenzioni che ci vogliono sono tante e nelle 2-3 settimane di fioritura bisogna alzarsi prestissimo e dedicarsi un paio d'ore alla "estrazione" manuale dei pistilli. Ad anni alterni, all'inizio dell'estate, dissotterro i crochi che si sono moltiplicati (da uno ne ottengo una decina, tra grandi (10-12 cm di circonferenza), medi (10-8 cm) e piccoli. Li rinterro (a 10-15 cm di profondità ed altrettanti di distanza) a fine agosto, su un letto di terreno arricchito con stallatico stagionato”.

Anche Alfredo Neglia, proprietario dell’enoteca “La Bottega di Alfredo” a Locorotondo (BA), ci fa sapere che coltiva zafferano da quindici anni e distribuisce bulbi in Valle d'Itria da quattro anni. I primi bulbi distribuiti sono stati ospitati nel Conservatorio botanico “I giardini di Pomona" a Cisternino (BR).

“Inizia tutto quindici anni fa, comprando dieci bulbi dalla Cooperativa Altopiano di Navelli per una coltivazione personale. Al primo contatto con il responsabile della cooperativa lui fu molto scettico della mia sperimentazione alla coltivazione in Valle d'Itria; lo convinsi dichiarando che il territorio, anche se al sud, essendo in collina, ha temperature medie temperate. I bulbi sono stati trapiantati ogni anno e separati, come previsto dalla tecnica di coltivazione tradizionale di Navelli. Un anno ho avuto problemi in pieno campo con i roditori, molto ghiotti del bulbo, ma la coltivazione è stata salvata grazie ai bulbi distribuiti a parenti e amici. Ecco il motivo per cui ogni anno distribuisco bulbi: per avere una riserva. Fondamentale è la pratica di apprendimento della tostatura della spezia (dei soli pistilli), tecnica che permette di esaltarne l'aroma”.

Infine, abbiamo nuovamente incontrato Giuseppe Carrieri, “coltiva-sperimentatore” di zafferano che ci aveva presentato il suo progetto “Zafferano in Valle d’Itria” in occasione della Settimana della Biodiversità Pugliese 2023

Tutto è partito dalla ricerca di una coltura che potesse adattarsi al territorio e ai cambiamenti climatici, tra cui le precipitazioni sempre più scarse ed incontrollabili, indirettamente proporzionali allo stato di sfruttamento dei terreni. 

La Valle d'Itria, porzione di territorio della Puglia centrale a cavallo tra le province di Bari, Brindisi e Taranto, con un paesaggio rurale caratterizzato dall'elevato e sapiente uso della pietra locale e dal terreno di colore rosso acceso, dove tratti di bosco e macchia mediterranea si alternano a vigneti e oliveti secolari, si è rivelato particolarmente adatto all’impianto e alla coltivazione della pregiatissima spezia, favorito anche dal clima caldo d’estate, piovoso in autunno e rigido d’inverno.

In questo momento Giuseppe ci dice che "procede alla grande”. E aggiunge: “L'ultimo raccolto, a differenza di tanti coltivatori che hanno subito la carenza di precipitazioni nel periodo precedente la fioritura, è stato in linea con le previsioni ed il prodotto finito di ottima qualità. Ora attendiamo che finisca la fase di crescita e moltiplicazione dei bulbi aiutata anche da queste ultime piogge”.

Specie

Zafferano