Ormai lo usano in tanti il termine “biodiverso”. Il più delle volte l'aggettivo viene utilizzato per segnalare qualcosa che è biologicamente diverso. Ma in effetti il termine “biodiverso” non è stato ancora coniato: non è nel vocabolario italiano.
Invece BiodiverSO (con la sillaba finale in maiuscolo) è l'acronimo che per la prima volta abbiamo scelto nel 2012 per sintetizzare il titolo del progetto “Biodiversità delle specie orticole della Puglia” che coordino dal 2013. Infatti le lettere SO nell'acronimo BiodiverSO sono scritte in maiuscolo per significare Specie Orticole.
“biodiverso” potrebbe diventare un neologismo. Sono tanti i termini introdotti di recente nella lingua italiana (motivati da nuove esigenze tecniche o di costume). Uno degli ultimi neologismi è agrivoltaico, ma recentemente abbiamo acquisito spid, metaverso, coronavirus, didattica a distanza (DAD), microplastiche, ecc.
Anche il termine biodiversità è piuttosto giovane. Prima del 1986 il termine biodiversità non esisteva. Infatti io mi sono laurato nello stesso anno con una tesi di laurea sulla cima di rapa e il termine biodiversità nella mia tesi non c’è. Il neologismo fu coniato durante l’organizzazione del “Forum nazionale sulla BioDiversità” che si tenne dal 21 al 24 settembre di quell’anno a Washington. Il nuovo termine fu utilizzato per abbreviare la locuzione “diversità biologica”.
La biodiversità è l’intera variabilità delle forme di vita. La biodiversità è il capitale naturale del Pianeta e costituisce uno dei fattori cardine dello sviluppo sostenibile.
L’agrobiodiversità è una parte della biodiversità e rappresenta la diversità dei sistemi agricoli coltivati (agro-ecosistemi) in relazione a tre componenti: specie; geni e combinazioni di geni entro ogni specie; combinazioni di elementi biotici e abiotici che definiscono i diversi agro-ecosistemi.
Eppure fino al 2022 nella Carta costituzionale dell’Italia (in vigore dal 1948) non c’erano né la parola ambiente né la parola biodiversità…
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