Strade e interi quartieri di ciascuna città pugliese ospitano, una o più volte a settimana, una moltitudine di persone in occasione del tradizionale appuntamento al “mercato”. Per antonomasia, esso rappresenta il cuore pulsante della vita commerciale di piccoli e grandi centri urbani, un luogo in cui si condensano merci di ogni genere: dalle stoffe agli utensili da cucina, dall’abbigliamento agli articoli di uso casalingo.
Qui, è possibile acquistare a prezzi convenienti anche prodotti di genere alimentare, soprattutto frutta e verdura di ottima qualità. Passeggiare tra le fila di banchi ortofrutticoli consente non solo di “accaparrarsi” le primizie di stagione, ma persino di poter assaporare le fragranze dei prodotti tipici della nostra terra e tastarne con mano la bontà. Questa sembra essere una consuetudine rimasta inalterata nel corso del tempo. Infatti, se in un passato non molto remoto ci fossimo trovati a girovagare tra le bancarelle di frutta e verdura di una città come Bari, nei pressi di Piazza del Mercantile o della vicina Piazza del Ferrarese, avremmo certamente riscontrato la stessa ricchezza di prodotti che caratterizza i mercati odierni, così come saremmo stati avvolti dalla stessa atmosfera vivace, talvolta caotica, fatta di profumi, colori e suoni, ma anche di folklore e tradizioni.
Saremmo stati sorpresi dalle grida vivaci dei venditori, che ci avrebbero esortato ad acquistare la merce esposta al suon di “Patàaaane e cucuzzìiiille. Uè la cepòdde?”, oppure “A prove le melùne. Melùne de Brìnnese. Mangiàte, bevìte e lavàdeve la facce”, dimostrando come, già nel secolo scorso, il commercio tra i mercati pugliesi fosse molto attivo. Proseguendo il nostro tour, una bancarella ricolma di legumi e frutta secca avrebbe attirato la nostra attenzione. Decidiamo così di acquistare il cosiddetto “spassatìimbe”: un sacchetto ripieno di fave, ceci, semi di zucca, mandorle e arachidi, un delizioso “passa-tempo” da sgranocchiare durante la nostra passeggiata mattutina alla riscoperta del mercato, della sua frenesia e dei suoi prodotti tipici.
Le riproduzioni fotografiche provengono dal volume, A. Giovine, U sgranatòrie de le barìse… (Bari 1968), su concessione della Biblioteca De Gemmis della Città Metropolitana di Bari (n° prot. 0075686 del 30/09/2024).
Fonti:
- A. Giovine, U sgranatòrie de le barìse: cucina tipica barese, cenni storici, ricette in dialetto e in italiano, curiosità locali, aneddoti, proverbi, poesie, modi di dire e illustrazioni che si riferiscono alla cucina barese, 1968.
- A. Giovine, Bibbia barese. Proverbi dialettali baresi, 1962.
- Fiere, mostre e mercati della provincia di Bari, 1976.
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