Nell’ambito del progetto BiodiverSO Veg, è stata avviata una prova di germinazione sui semi di cinque specie del genere Allium, di cui quattro spontanee, in vista di successive prove di domesticazione.
Durante le esplorazioni territoriali svolte nel corso del periodo primaverile-estivo, sono stati individuati alcuni siti naturali particolarmente interessanti per la prolificità di specie del genere Allium: l’area naturale del lago Pescara, ai piedi del Monte Cornacchia sui Monti Dauni, e la costa garganica nei pressi di Baia dei Campi, a sud di Vieste (FG).
Il primo sito è immerso in una zona boscosa caratterizzata da conifere e latifoglie a circa 800 metri di altitudine che, a maggio inoltrato, si colora di piccole macchie bianco–rosate, da attribuire probabilmente alle infiorescenze della specie Allium roseum subsp. roseum L., le cui foglie nastriformi emanano un forte odore agliaceo. A estate inoltrata, sono stati raccolti i suoi semi, neri e piatti, e fatti seccare ulteriormente prima della conservazione a temperatura controllata.
Scendendo invece di altitudine e lungo il sentiero Frassati, a fine agosto spiccano, in mezzo alla vegetazione ripariale e all’erba secca, isolate infiorescenze sferiche di un’altra specie spontanea di aglio: una prima osservazione la fa attribuire ad Allium ampeloprasum L., una specie vigorosa e molto alta e che raggiunge anche il metro di altezza. I suoi semi neri sono piccoli, triangolari, frastagliati e piuttosto fragili.
Sul promontorio del Gargano, invece, in particolare sulla costa tra Baia dei Campi e Baia San Felice, si rinviene una densa colonia di aglio selvatico tipico degli ambienti costieri e rupicoli del bacino del Mediterraneo. In estate inoltrata, questa specie si fa notare per gli scapi fiorali (ormai secchi) che terminano con un’ombrella sferica di colore giallo–verde contenente dei semi neri, simili ad Allium roseum subsp. roseum L., ma leggermente più piccoli. Le peculiarità morfologiche della pianta sembrano combaciare con quelle di Allium commutatum Guss. o "aglio delle isole" o "aglio delle scogliere", la cui identificazione verrebbe avallata anche dalle testimonianze etnobotaniche circa l’uso alimurgico di questa specie - la cui parte edùle è costituita principalmente dai bulbi, di dimensione e colore della tunica differenti - nel territorio di Vieste.
Spostandoci invece dalla Daunia al Campus universitario della città di Bari, l’attenzione è stata catturata dall’infiorescenza secca di una particolare specie di Allium, probabilmente di A. neapolitanum Cirillo, suggerita dalla presenza di tepali dissecati, triangolari e dai semi neri più grandi delle altre specie di aglio in esame e di forma più irregolare, i quali sono stati raccolti e conservati.
Una volta raccolti i semi di tutte le accessioni, sono stati conservati in frigo per 30 giorni, ad una temperatura compresa tra i +4 °C e +8 °C fino alla loro semina in piastre Petri per la prova di germinazione appena messa in atto, con lo scopo di determinare la capacità dei semi di germinare e di essere in grado di svilupparsi in piante in condizioni favorevoli alla coltura.
Una volta germinati, le giovani piantine verranno trasferite in semenzaio e quindi in pieno campo per favorirne lo sviluppo e la crescita, con l’obiettivo di raccogliere dati sperimentali utili per una corretta identificazione delle specie mediante attività di caratterizzazione morfologica e produttiva.
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