Dell’aspraggine volgare (Helminthotheca echioides (L.) Holub.) ne avevamo già parlato in precedenti articoli nei quali avevamo evidenziato come la pianta fosse menzionata nella letteratura etnobotanica già nel XIX secolo e che, visti i numerosi riferimenti bibliografici, la pianta è stata inserita nella ventiduesima revisione dell’elenco nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) per la Puglia.
La pianta è largamente raccolta e consumata in tutto il territorio regionale, dalla Daunia al Salento, ed è protagonista di numerose ricette della cucina contadina pugliese.
Il suo nome evidentemente ricalca sia l’asperità delle sue foglie, che al tatto risultano verrucose e irsute a causa della presenza di una blanda e rigida peluria, sia il suo sapore particolarmente amarognolo, ma comunque gradevole, che bene si accompagna a condimenti più dolciastri come le fave novelle (tipicamente a San Paolo di Civitate, nell’Alto Tavoliere) o a minestre, pancotti e misticanze ad altre erbe come le “foje ‘mmische” salentine.
Tuttavia, le foglie molto tenere e giovani, così come gli apici vegetativi prima della formazione dei fiori, possono essere consumati anche crudi: il sapore è erbaceo, fresco e ricorda il cetriolo o il melone immaturo.
L’aspraggine volgare (da non confondere con l’aspraggine comune - Picris hieracioides L. - anch’essa edùle, ma caratterizzata da foglie più strette con nervature spesso rossastre) è una pianta assai adattabile, molto competitiva e polimorfa, i cui caratteri fenotipici sono piuttosto variabili ma comunque riconducibili a un’identità precisa.
Tra i suoi caratteri distintivi si riscontrano la tipica verrucosità e setolosità delle foglie, causate dalle escrescenze subsferiche e biancastre presenti sulla loro superficie, e la secrezione di latice bianco a seguito del taglio di fusto e foglie; tali peculiarità rendono tale specie immediatamente riconoscibile agli occhi dei ricercatori.
Tuttavia, lo sviluppo e la densità delle verruche non sono omogeni e, verosimilmente, possono dipendere dalla genetica e dall’ambiente di crescita. L’esperienza di raccolta suggerisce che le piante insediatesi in terreni assolati e particolarmente esposti agli agenti atmosferici e alle escursioni termiche, tendano a manifestare più frequentemente questo carattere.
Vista l’estesa diffusione della pianta e il suo utilizzo altrettanto frequente, anche per l’aspraggine vi forniamo apposite schede descrittive - facilmente scaricabili al termine del presente articolo - che ci auguriamo possano supportarvi nella ricerca di tale specie e, quindi, favorirne la raccolta.
Buona consultazione!
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