Prima del 1986 il termine biodiversità non esisteva. Oggi, quasi quarant’anni dopo, lavoriamo per preservare quanto ancora (poco) ci è rimasto.
Dalle carte costituzionali di Europa e del Mondo, alle varietà locali coltivate nei campi di Puglia, il nostro ultimo articolo scientifico, “Biodiversity of vegetable species: issues and opportunitiesthrough environmental policies and research” (Didonna A. & Santamaria P., 2024. International Journal of Vegetable Science. 1-6) ha ripercorso gli ultimi anni di storie e ricerche scientifiche riguardanti l’agrobiodiversità.
Abbiamo parlato di semi e del ruolo degli agricoltori nell’attività di selezione; di varietà locali e dei preziosi utilizzi che possiamo farne nell’agricoltura moderna; di diritti, di come difenderli e preservarli per le future generazioni. Abbiamo parlato del ruolo di noi ricercatori, che «svolgendo una funzione pubblica, dobbiamo attenerci al principio costituzionale fondamentale della tutela dell’ambiente e della biodiversità».
E dopo tanto parlare, siamo giunti ad una sola conclusione: abbiamo bisogno di più biodiversità.
L’articolo è disponibile in open access al seguente link: https://doi.org/10.1080/19315260.2024.2413939.
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